A due passi da Torino, nella cittadina di Chieri, è stata finalmente inaugurata la nuova struttura dedicata alle cure palliative e alla terapia del dolore.
L’opera, che risponde a un preciso bisogno del territorio, si deve alla Piccola Casa della Divina Provvidenza (più nota con il nome del suo fondatore, il Cottolengo, appunto) un’istituzione religiosa che da quasi 200 anni si fa carico delle persone più fragili, con una speciale attenzione per i malati.
Il taglio del nastro è stato preceduto da una celebrazione eucaristica nel Duomo di Chieri, presieduta dall’Arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole. «L’hospice», ha sottolineato il Presule, «è il segno di una comunità che vede il bisogno di salvezza. So che sta nascendo una rete di volontari che sarà a servizio di questa casa: è il segno di una società più buona e più giusta che vede il bisogno di salvezza, che potrebbe invece essere occultato, e comincia a prendersi cura dei propri fratelli. Il mio auspicio è che, vedendo questa realtà, si sia ricondotti a vedere Cristo, l’Unico che salva».
A concelebrare erano presenti l’arcivescovo emerito di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, il superiore generale del Cottolengo, don Carmine Arice, e il parroco del duomo di Chieri, don Marco Di Matteo. All’inaugurazione hanno partecipato anche varie autorità politiche, tra cui il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il Sindaco della Città Metropolitana, Stefano Lorusso, il prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, e il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero.
Alla celebrazione è seguita una conferenza, moderata dal Direttore Generale, Avv. Gian Paolo Zanetta, che è disponibile qui.